Investire in Azioni Intesa Sanpaolo

Conviene investire in azioni Intesa Sanpaolo? È un titolo valido su cui puntare le nostre fiches?

Intesa, essendo un istituto bancario, risente delle conseguenze dovute alla crisi sanitaria scatenata dal Coronavirus. Il mercato, giocando di anticipo e incorporando nel prezzo tutte le notizie negative del periodo presente e futuro, ha affossato il prezzo del titolo. Siamo passati da 2,60€ per azione a 1,30€ circa. Il potenziale rimbalzo è quindi molto consistente, ideale per una strategia certamente aggressiva ma anche sensata per chiunque desideri un investimento ardito.

Di seguito daremo dimostrazione di ciò grazie ad un’analisi approfondita di Intesa, una delle più importanti e grandi realtà bancarie italiane ed europee, nonché una delle componenti principali dell’indice di borsa italiano, il FTSE MIB.

In particolare, vedremo:

  • Una panoramica sulla società
  • Una analisi dei suoi valori di bilancio più importanti
  • Le nostre raccomandazioni pratiche
  • Qual è il miglior broker per investire in Intesa

PANORAMICA DI INTESA

Il Gruppo Intesa Sanpaolo nasce il 1° gennaio 2007 dalla fusione di due grandi realtà bancarie italiane, ossia Banca Intesa e Sanpaolo IMI. Da allora, il Gruppo rappresenta uno dei principali istituti in Europa, costantemente impegnato a sostenere l’economia nei Paesi in cui opera. La sua funzione è in particolar modo cruciale in Italia, dove ricopre un ruolo sociale oltre che economico, attestandosi come punto di riferimento riguardo temi di sostenibilità e responsabilità culturale. Intesa Sanpaolo è infatti il maggiore gruppo bancario su suolo italiano, contando ben 11,8 milioni di clienti e circa 3.800 filiali. Questi dati impongono quindi la banca come leader nelle attività finanziarie per famiglie ed imprese.

intesa sanpaolo

La presenza internazionale strategica è forte, con circa 1.000 sportelli e 7,2 milioni di clienti, che collocano Intesa Sanpaolo tra gli attori protagonisti anche delle economie di diversi Paesi del Centro-Est Europa, del Medio Oriente e del Nord Africa, grazie alle proprie controllate locali. Per darne un’idea, è al primo posto in Serbia, al secondo in Croazia e Slovacchia, al quarto in Albania, al quinto in Moldavia, Bosnia-Erzegovina ed Egitto, al sesto in Slovenia e Ungheria.

STRATEGIA E MISSION

La strategia del gruppo mira alla solida e sostenibile creazione di valore per tutte le parti interessate (Stakeholder) con le quali la Banca si relaziona. Intesa persegue dunque obiettivi di redditività sostenibile, cercando al contempo di bilanciare i livelli di performance operativa, produttività, profilo di rischio, liquidità e solidità. L’assetto organizzativo aziendale risulta costituito da sei diverse divisioni di business, ciascuna delle quali risponde in modo diretto al CEO. Nello specifico, vi è:

  • La Divisione Banca dei Territori, che cura l’attività bancaria domestica direttamente responsabile del segmento retail, personal e imprese
  • La Divisione Corporate e Investment Banking, che si rivolge ai clienti corporate, al public finance e alle istituzioni finanziarie
  • la Divisione International Subsidiary Banks
  • la Divisione Private Banking
  • la Divisione Asset Management
  • La Divisione Insurance

Il Gruppo si caratterizza anche per l’attenzione rivolta agli interessi economici degli azionisti, ai quali elargisce dividendi generosi ormai da anni, come confermato dai livelli di payout ratio (consulta il nostro glossario per saperne di più) recenti, pari all’85% nel 2018 e all’80% nel 2019.

Tuttavia, occorre sottolineare come recentemente la BCE abbia invitato le principali banche europee a congelare i dividendi per il 2020, al fine di consolidarne il patrimonio netto e migliorarne la solidità. Questo provvedimento è stato intrapreso alla luce delle conseguenze socio-economiche derivanti dall’emergenza globale del Covid-19.

PRINCIPALI CONCORRENTI

Per quanto riguarda i competitor su base nazionale si distinguono i seguenti enti:

  • Unicredit
  • Banco BPM
  • Ubi Banca
  • Montepaschi

Su scala internazionale notiamo, tra i tanti:

  • Deutsche Bank
  • Santander
  • ABN AMRO
  • ING, Barclays
  • Credit Suisse
  • Crédit Agricole
  • Société Générale
  • BNP Paribas

DATI DI BILANCIO DI INTESA

Il 2019 è stato condizionato dalla guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina, le cui ripercussioni hanno coinvolto anche il resto dell’Asia e l’Europa.

L’attività manifatturiera globale ha continuato a rallentare fino all’autunno, quando si sono osservati i primi decisi segnali di stabilizzazione. Tuttavia, l’economia americana ha mostrato alcuni indicatori di rallentamento, con l’inflazione che è tornata sotto il 2% e i tre tagli dei tassi ufficiali (per complessivi 75 punti base) ad opera della Federal Reserve.

Anche la crescita dei paesi emergenti e dell’Eurozona è diminuita a causa del calo dell’attività produttive, specialmente di quelle tedesche. Nel vecchio continente l’inflazione è scesa sotto l’1%, lontana dall’obiettivo della Banca Centrale Europea, mentre l’economia italiana è rimasta in una fase di sostanziale stagnazione. La crescita del PIL è infatti stimata poco sopra lo zero, con ulteriore contrazione della produzione industriale.

Il rallentamento dell’Eurozona ha indotto la BCE a mettere in campo alcune misure, tra cui un nuovo ciclo di operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine (TLTRO III), la riduzione del tasso sui depositi al -0,50% e la ripresa degli acquisti di titoli. A fronte dell’ulteriore calo dei tassi a breve, i tassi a medio e lungo termine si sono ridotti.

Anche i rendimenti delle obbligazioni di Stato sono diminuiti. Il differenziale dei BTp decennali rispetto ai titoli tedeschi di pari durata (il famoso spread di cui spesso si parla) è rimasto piuttosto elevato fino a metà agosto, quasi costantemente sopra i 200 punti base, valore poi sceso sino a 131 punti base in settembre. Lo spread si è successivamente assestato fra 150 e 173 sul finire del 2019, a seguito delle vicende politiche del paese.

Il primo quarto del 2020 ha continuato a presentare nuovi elementi di instabilità per l’economia globale, con l’attenzione in primo luogo rivolta all’evoluzione delle tensioni fra gli USA e l’Iran, poi completamente canalizzata sulla rapida evoluzione della pandemia del Covid-19. Come se non bastasse, è sopraggiunta la parallela pressione al ribasso dei prezzi del petrolio causata dal mancato accordo tra l’OPEC e Russia sul taglio di produzione (i prezzi del greggio sono ormai fortemente sotto i 30$/barile).

intesa sapaolo coronvirus

In questo contesto, i tassi bancari, e quindi la redditività per gli istituti di credito, hanno toccato nuovi minimi: dopo che il 2019 si era aperto con piccoli rialzi dei tassi sui nuovi prestiti, dall’estate tale fase ha lasciato spazio alla ripresa dei ribassi. In media annua, tuttavia, la forbice tra tassi attivi e passivi è risultata invariata rispetto al 2018.

Per quanto riguarda la composizione del mercato del credito, è proseguita la crescita dei prestiti alle famiglie, sostenuta dai mutui e dal credito al consumo, mentre quelli alle imprese sono nuovamente in calo, in un quadro di domanda ancora fiacca e di elevata liquidità.

Durante il 2019 sono continuati i progressi nella riduzione dei rischi dell’attivo, grazie ai minori flussi in entrata di esposizioni deteriorate, all’attività di recupero e alle operazioni di cessione e cartolarizzazione: lo stock di sofferenze è sceso ulteriormente.

La raccolta presso la clientela ha dato segnali di ripresa più forti di quanto previsto per via della dinamica dei depositi. Prosegue invece la fase di debolezza del risparmio gestito che ha segnato nella prima fase dell’anno una raccolta netta negativa, a cui ha fatto seguito però una crescita sostanziosa del patrimonio gestito grazie alle ottime performance dei mercati azionari e al calo dello spread sovrano. In tale contesto, i profitti delle assicurazioni sulla vita hanno mostrato una sostanziale tenuta grazie alla crescita delle polizze tradizionali.

Intesa ha chiuso il 2019 con un utile netto di 4.182 milioni, superiore del 3,3% rispetto ai 4.050 milioni del precedente esercizio, i quali includevano peraltro sia la cessione della partecipazione diretta in NTV – Nuovo Trasporto Viaggiatori (246 milioni al netto dell’effetto fiscale), sia la plusvalenza netta relativa all’accordo con Intrum per la partnership strategica riguardante i crediti deteriorati (438 milioni al netto dell’effetto fiscale).

La dinamica è stata favorita dalla crescita dei proventi operativi netti e dai costi operativi in diminuzione. Più nello specifico, alla flessione del margine di interesse e alla sostanziale conferma dei ricavi da commissioni, si affianca un incremento del risultato netto legato alle attività e passività finanziarie.

COSA DICONO I NUMERI

Al momento della stesura dell’articolo, è possibile constatare immediatamente come Intesa Sanpaolo risulti sicuramente una realtà meno cara rispetto alla media del settore bancario, guardando al P/E.

Anche dal punto di vista della profittabilità, pur essendo l’utile del Gruppo in media con il settore, l’indice di ritorno sul capitale proprio – il ROE – si attesta su livelli concretamente superiori.

La società risulta anche meno indebitata rispetto ai comparables, e perciò più capitalizzata.

Inoltre, come anticipato, Intesa è nota per i sostanziosi dividendi (0,19€ è quasi il 14% del prezzo al 07/2020) che è solita elargire ai suoi shareholders, con un DPR del ben 75%. Tuttavia, è bene anche ricordare nuovamente che la BCE ha invitato le principali banche europee a congelare i dividendi per il 2020, al fine di migliorare la capitalizzazione dei principali istituti in ottica post Covid-19.

RACCOMANDAZIONI PRATICHE

L’entità delle conseguenze economiche e finanziarie che la pandemia da Covid-19 comporterà, a seguito delle stringenti, quanto necessarie, misure contenitive messe in atto dalla maggior parte degli Stati, risultano ad oggi difficilmente stimabili. Pertanto, il nostro giudizio su Intesa alle attuali condizioni di mercato soffre di alcune riserve.

Esprimere un giudizio riguardo la quotazione di un titolo bancario è complesso al giorno d’oggi, dato il molteplice numero di fattori da dover tenere necessariamente in considerazione.

banca intesa sanpaolo

Da un lato, nessuno può fare previsioni certe sui risvolti economici, politici (si pensi in particolare alle frizioni a livello europeo) e sociali (un tema importante sarà l’incremento del tasso di disoccupazione, e, di conseguenza, l’impatto che avrà sul consumo) che lo scenario post-epidemico presenterà. Inoltre, a livello nazionale il sistema bancario ha sempre sofferto il clima di instabilità politica, che caratterizza da anni il bel paese, e le connesse ripercussioni sullo spread. Le impennate dello spread sono nocive soprattutto per i titoli bancari, generando una svalutazione forte dei titoli di Stato italiani detenuti in special modo proprio dalle nostre banche. In quest’ottica, risulteranno fattori positivi tutte quelle ulteriori ed eventuali azioni che la BCE implementerà al fine di acquistare questi titoli di Stato, in quanto sorreggendo la domanda ne preservano il valore.

D’altro canto, resta il fatto che le quotazioni attuali sono decisamente interessanti. In particolare, il titolo di Intesa Sanpaolo quotava circa 2,6€ ad azione prima del diffondersi della pandemia, ovvero il 90% in più rispetto al prezzo attuale (Aprile 2020): data la solidità del gruppo, potrebbe rivelarsi un’occasione di acquisto da non perdere.

DOVE INVESTIRE IN AZIONI INTESA

Per investire in azioni Intesa noi usiamo eToro.

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